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1 maggio 2011
Gita al Santuario dela madonna della Corona (m 774) da Brentino (m 187 - Gruppo del Monte Baldo


Santuario MADONNA della CORONA m 774 - Gruppo del Monte BALDO
1° gruppo: da Brentino m. 187, sul sentiero segn. 73 al Santuario della Madonna della Corona m. 775, in ore 2,00 circa.
2° gruppo: da Brentino proseguimento in bus sino agli Spiazzi m. 862, discesa al Santuario. Ricongiunti i gruppi e salita agli Spiazzi in ore 0,20, proseguimento in bus a Cavallo di Novezza (Rif. Novezzina m.1390), escursioni in zona.
Facoltativo:
dal Santuario discesa per 10 min. sul sentiero segn. 73 deviazione a sinistra sul sentiero del Vajo dell'Orsa segn. 75 fino a Malga dell'Orsa m. 748, poi verso Ferrara di Monte Baldo m. 856, segn. 74.
Partenza: alle ore 7:00
Coordinatori: Gaini Lorenzo - Locati Francesco


Per visualizzare l'itinerario GPS e idati statistici su Wikiloc

Scheda della gita Scheda della gita
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Santuario della Madonna della Corona (Ferrara del Monte Baldo)
Santuario madonna della Corona di Spiazzi
Lo storico sentiero, che dal fondo della Valle dell'Adige, in località Brentino m. 187, sale al Santuario della Madonna della Corona è uno degli itinerari più belli e frequentati del veronese, sia per gli aspetti paesaggistici, la valenze culturali e religiose. Dalla piazza di Brentino si sale verso nord per via Santuario sino al lavatoio in pietra alla cui sinistra inizia il sentiero n° 73 per la Madonna della Corona. Con numerosi tornanti si attraversa il bosco per poi portarsi verso sinistra e, dopo alcune ripide svolte, si arriva alla Croce bianca, ottimo punto panoramico sulla Valle dell'Adige m.403. Dalla Croce si riprende a salire alti oltre la profonda e inaccessibile forra della Valle delle Pissotte. Il sentiero prosegue con salita costante ma non eccessivamente faticosa, dapprima nel bosco e poi, dove si dirada, costeggiando la base di alte pareti rocciose che fanno parte del Monte Cimo, montagna della quale stiamo aggirando tutto il fianco settentrionale. Si rientra in un bosco misto, composto in prevalenza da essenze di acero, carpino e frassino e poi si raggiunge il piede di un'altra verticale parete rocciosa che sembra precludere il cammino. Il sentiero tuttavia lo oltrepassa con facilità e ne rimonta la ripida base tramite una larga scalinata a tratti scavata nella pietra e che ne conduce nei pressi del Santuario della Madonna della Corona. Il nome è attribuito alla "corona" di pareti rocciose che cingono il terrazzo inaccessibile a strapiombo sugli abissi a 775 metri di quota sopra la Valle d'Adige.
L'ambiente è estremamente affascinante e la struttura è sicuramente tra le più ardite opere religiose. Vi si venera la Madonna dell'Addolorata, rappresentata da una statua di pietra ritrovata fortunosamente sull'orlo dell'abisso nel 1522. La leggenda del ritrovamento s'innesta con i tragici avvenimenti avvenuti sull'isola di Rodi durante le secolari dispute tra Veneziani e Turchi e l'apparizione luminosa della Madonna in quel luogo estremamente repulsivo. Più verosimilmente la statua venne fatta scolpire nel 1432 a spese e del feudatario del luogo, certo Ludovico Castelbarco. Una prima, modestissima chiesetta venne inaugurata nel 1530 con la famosa e perigliosa visita del Vescovo di Verona. Già da subito accorsero numerosissimi pellegrini ad onorare la Madonna e ad implorare grazie e miracoli che, a giudicare dall'imponente mole di ex voto, devono essere numerosi. L'inaccessibile anfratto è stato tuttavia, frequentato da tempi ben più remoti. Notizie certe, riferiscono di Eremiti fin dallXI secolo. Un successivo Romitorio dedicato alla Madonna, di cui si hanno notizie nel 1139 e nel 1437, era tenuto da religiosi legati al Monastero di San Zeno di Verona e quindi alla Commenda dei Cavalieri Gerosolimitani, detti di Rodi (da qui forse la leggenda con Rodi) e poi dei Cavalieri dell'Ordine di Malta. Per fronteggiare il sempre crescente, e difficoltosissimo, afflusso di pellegrini, nella prima metà del 1600 venne edificato un vero e proprio santuario, terminato nel 1680 grazie al sostentamento dei Cavalieri dell'Ordine di Malta. Si pose il problema dell'accesso, fino ad allora più che avventuroso e pericolosissimo, che avveniva calandosi dall'alto con un rudimentale argano oppure scendendo nel fondo del burrone e aggredendo la parete rocciosa cavalcando un albero di tiglio, miracolosamente piegato da un grosso masso. Venne costruito un ponte di pietra, detto "Ponte del Tiglio", e scavata la scalinata nella viva roccia con i caratteristici sette capitelli che richiamano i Sette Dolori di Maria. Numerosi sono gli ampliamenti successivi. I principali dopo le guerre napoleoniche e nel 1899, quando venne rifatta la facciata della Basilica sulle attuali forme neo-gotiche ed innalzato l'acuto campanile. Nel 1922 venne scavata la galleria che permette un agevole accesso dal piazzale raggiunto dalla piccola stradina servita dal bus- navetta.
Per addentrarsi nel Vajo dell'Orsa ritorniamo sui nostri passi per ripercorrere la scalinata e al bivio con il sentiero segn. 75 svoltare a sinistra, in direzione Malga Orsa. Il sentiero inizia con una leggera discesa, poi diventa leggera salita e in breve tempo si arriva alla caratteristica Malga Orsa m. 784, in ore 1 circa costeggiando il Rio Bissole o Valle delle Pissotte. Da qui si raggiunge Ferrara di Monte Baldo in i ora circa. Il Vajo dell'Orsa è frequentato dai cosiddetti "torrentisti", cioè quelle persone che amano scendere i torrenti più impervi calandosi da una cascata all'altra.
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Ultimo aggiornamento il 03 maggio 2011

   
         
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