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6 luglio 2008
Gita sulla via Spluga - Traversata da Montespluga a Splügen sul confine Italo-Svizzero


Passo dello SPLUGA M. 2113 - (Confine Italo-Svizzero)
Traversata Montespluga- Splügen (CH)
dalla località di Montespluga m.1908 percorrendo il tracciato storico (Segnavia, paline bianco/rosso o marroni con la dicitura "Via Spluga") al passo dello Spluga m.2115, ed in discesa a Slpügen m.1457 (Svizzera) in ore 4:00. (dislivello 184 m. in salita - m. 659 in discesa).
Partenza alle ore 6:00
Coordinatori: Locati Francesco - Vecchi Gabriele.

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Lago di Montespluga
Il tracciato della vecchia strada emerge ancora dal lago di Montespluga nei mesi più secchi.

La Via Spluga
“Le Grand Chemin d’Italie” – così veniva spesso chiamata dai viaggiatori europei ottocenteschi, la strada da Coira a Chiavenna attraverso lo Spluga – è stata per lungo tempo la via più frequentata per andare dalla Germania all’Italia e questo grazie alla sua posizione geografica particolarmente privilegiata.
Collocato in uno dei punti più stretti della catena alpina, il passo dello Spluga (2115 m) segna il passaggio tra le Alpi Lepontine e le Retiche; equidistante in linea d’aria da Milano e da Zurigo, è la porta che mette in comunicazione i due bacini del Lago di Costanza e di Como, così come le grandi vallate del Reno e del Po. Ed è proprio grazie alla sua posizione privilegiata che da epoca immemorabile la strada dello Spluga è stato uno dei più frequenti collegamenti nord-sud, al confine tra il mondo germanico e quello latino.
La visione di grandi montagne, la varietà di paesaggi, l’amore per la natura, la ricerca di forti emozioni estetiche e stimoli intellettuali, sono i motivi che spingevano nei primi decenni dell’Ottocento molti turisti europei a intraprendere l’itinerario dello Spluga lungo il quale si poteva apprezzare la sublime bellezza della natura. I racconti delle difficoltà e delle meravigliose ed emozionanti esperienze vissute ebbero vasta eco nei salotti ottocenteschi europei, tanto da provocare una vera e propria rincorsa verso questa via, malgrado fosse quantomai disagevole. Si può sicuramente affermare che per qualche decennio la strada dello Spluga e la contigua Via Mala furono realmente “alla moda”, furono tra gli itinerari più battuti dai turisti europei.
Quello che oggi si può osservare a distanza di due secoli è il rinato interesse per quella strada dovuto non tanto a ragioni commerciali ed economiche, quanto piuttosto ad un complesso di motivazioni tra ecologia e turismo della memoria: il desiderio di immergersi in uno spazio naturale ancora intatto e ben conservato si combina con la volontà di recuperare il modo di viaggiare d’altri tempi, alla scoperta di ambienti diversi, delle stesse sensazioni provate dai viaggiatori di allora.
Dalla voglia di riscoprire un itinerario ricco di reminiscenze, di rivivere in poche ore di marcia le stesse emozioni che l’uomo, esploratore solitario o pellegrino, militare, commerciante o turista, ha sperimentato durante i secoli, è emersa la volontà di ripristinare l’antico sentiero della Via Spluga.
Dalla collaborazione tra popolazioni da sempre divise dalle alte vette ma unite nel corso dei secoli da comuni interessi economici, politici, strategici ed ora turistici, si è concretata la volontà di ridare vita e prestigio ad una via un tempo calpestata da uomini provenienti da ogni nazione.
Il turista del Duemila non è però abbandonato a se stesso e al suo coraggio, ma ben incanalato dentro percorsi segnalati che, se pure lasciano poco spazio al pericolo e all’imprevisto, danno comunque la possibilità di assaporare la pura ed integra bellezza delle montagne che oggi come ieri restituiscono agli sguardi curiosi ed indagatori dei passanti sensazioni indimenticabili.

L’itinerario La “Via Spluga” è oggi un sentiero escursionistico-culturale che ripercorre duemila anni di storia dei transiti tra aree di culture diverse: reto-romancia, walser e lombarda. Diversità di tale rilievo da aver influenzato non solo i rapporti e l’evoluzione sociale ed economica delle singole popolazioni, ma anche quella del paesaggio così come ci appare. Di questo sentiero la “Strada dello Spluga” è la parte in territorio italiano, dalla frontiera italo-svizzera a Chiavenna.
L’itinerario, fortemente caratterizzato da specifiche peculiarità storiche, etnografiche e naturalistiche, si sviluppa lungoantichi tracciati ed è organizzato per tappe con supporti logistico-informativi.
Il sentiero percorre complessivamente 65 km, partendo da Thusis nel cuore del Cantone dei Grigioni (720 m slm.), proseguendo lungo le gole della Via Mala, attraverso i centri dello Schams, e del Rheinwald fino a Splügen (1457 m), importante crocevia di transiti. La Via Spluga volge poi verso sud risalendo fino ai 2115 m del Passo dello Spluga, per poi discendere attraverso la spettacolare e suggestiva gola del Cardinello sino ad Isola e proseguire lungo l’intera Val San Giacomo transitando attraverso i borghi di Campodolcino, Lirone, e giungere alla pittoresca città di Chiavenna (333 m).
L’escursione, sempre lontana dal traffico automobilistico, vede il susseguirsi di ambienti selvaggi, di boschi e selve strette tra dirupi, paesaggi più dolci e riposanti, ambienti tipicamente alpini con ampi panorami dopo le vertiginose gole del Cardinello e di Isola.
Percorrere il sentiero della Via Spluga significa anche avere l’opportunità di visitare bellissimi centri storici quali quello di Chiavenna.
“Clavenna”, la chiave delle Alpi, fu importante centro di transito fin dai tempi dei romani e ancor oggi fiorente cittadina turistica e culturale con un centro storico molto ben conservato, dove si ha l’occasione di visitare interessanti musei, tra i quali quello del Tesoro della Parrocchiale e quello del Mulino di Bottonera, e inoltre, poco distante, il Palazzo Vertemate Franchi a Piuro.

Anche sul versante svizzero la Via Spluga non manca di offrire paesaggi incantevoli ed unici: il villaggio di Splügen conserva ancor oggi la sua antica immagine e il suo originale splendore di importante crocevia di traffici commerciali; una particolare attrazione della zona è poi il sentiero che conduce alla gola e alle cascate della Rofla lungo la spettacolare viottola, ricavata a mano nella roccia viva, che si snoda sul versante della gola fra impervie pareti di pietra, ripari e una galleria proprio sotto la cascata. Dopo l’avventurosa deviazione verso la Rofla, la Via Spluga conduce al più antico borgo della valle, Sufers, per poi raggiungere Zillis, dove sorge la chiesa romanica di San Martino, con il suo celebre soffitto ligneo dipinto, noto in tutto il mondo. Più oltre la Via Spluga conduce nella “Via Mala”, una delle gole più impressionanti della Svizzera. Delimitata da pareti rocciose alte fino a 300 metri, questa gola, in fondo alla quale scorre il Reno, ha in alcuni punti un’ampiezza di pochi metri. Essa fu in passato lo spauracchio dei viandanti e dei mercanti obbligati al passaggio, ma anche luogo spesso descritto o rappresentato su stampe e dipinti da viaggiatori romantici, entusiasti dell’orrido.

Splugen
Rododendri ed acqua sulla Via Spluga

Il nostro itinarario.
Noi percorreremo lt ratto più alto della "Via Spluga", che va da Motespluga (sulle sponde del lago omonimo) in territorio italiano, a Splügen, in Svizzera.

MONTESPLUGA (m.1908)
Qui sorgeva l'antico ospizio detto "la Cà della Montagna", nei secoli trasformato in albergo. Durante le tormente invernali si richiamavano i viandanti dispersi col suono di una campana.È attualmente un bellissimo piccolo paese turistico estivo ed invernale di alta quota.
Si trova nell'ampio pianoro del catino glaciale, già prateria da sfalcio e pascolo estivo per mandrie di bovini e di cavalli, è ora occupato dalle acque del lago artificiale realizzato tra il 1929 e il 1931. Esso viene chiamato Piano della Casa, perché al suo margine già anticamente sorgeva la solida "Ca' de la Montagna", dove durante le violenti tempeste trovavano rifugio viandanti e bestie da soma. Uno scrittore degli inizi del Seicento annota: "Uomini e giumenti troppo spesso perderebbero la loro vita su questo monte, se non vi fosse questo ricovero". Qui quando infuriava la tormenta si suonava una campana "per orientare i viaggiatori smarriti e per chiamarli a pietoso rifugio durante la tempesta". Sempre alla Ca', dove funzionava anche un'osteria, i vetturali dei "Porti" di Val di Reno e quelli di Val S. Giacomo si scambiavano le merci dirette rispettivamente a sud e a nord del valico. Qui sostava e faceva dogana il corriere di Lindau che già nel 1823 in trentasei ore correva, quasi volando, dal lago di Costanza a Milano. In quegli anni si costruì a Montespluga la piccola chiesetta dedicata a San Francesco di Assisi; la pala dell'altare, opera di Giovanni Pock, raffigura il santo che riceve le stimmate.

PASSO SPLUGA (m.2115)
Poco prima del passo, a ricordare gli intensi traffici commerciali dei secoli scorsi, sorge l'ultima cantoniera detta la sommitale. A poca distanza è collocato il confine di Stato nei pressi del quale affiorano, ottimamente conservati nei secoli, tratti di mulattiera antichissimi.
Il passo dello Spluga, contornato dal pizzo Suretta (3027 m) e il pizzo Tambò (3275 m), divide le Alpi Lepontine e le Retiche. Il nome "spluga" è abbastanza comune in Valchiavenna e sta ad indicare località di montagna. Non sussistono dubbi sulla sua etimologia. Deriva da "spelu[n]ca", cioè spelonca, grotta. A riprova, nei pressi dell'abitato di Montespluga, c'è veramente una grotta che la gente chiama "truna de l'urs" (grotta, tana dell'orso). Non per niente, nei testi tedeschi del passato, monte e passo erano indicati come Urselerberg e in quelli italiani come Colmen d'Orso. Venendo da sud, superato il valico e lasciata alle spalle la Valle S.Giacomo si scende verso il paese di Splugen nel Rheinwald, cuore storico dell'antica Val di Reno.

SPLÜGEN (m.1457)
È il più importante insediamento della Valle del Reno (Rheinwald), luogo di antichi traffici rimasto ottimamente conservato, quasi "imbalsamato" nel suo splendore. Da pochi anni divenuta anche località sciistica di interesse nazionale. Al centro del paese si trova il museo regionale dei trasporti antichi, dove la storia dei traffici di valico è ben documentata. Da non perdere i palazzi in grande stile di Rheinwald e le case walser di Bsetzi.

Ore di cammino:     da 3,00 a 4,00 h. per l'intero percorso
Dislivello:     m.155 in salita. m.658 in discesa
Equipaggiamento:     da montagna .
Difficoltà:     T = Turistica

Segnavia della via Spluga

Descrizione :
La traversata del Passo dello Spuga proposta in questa gita si effettua su mulattiere selciate , sentieri e tratti di pista forestale. Si tratta del percorso della strada romana del "Cunus Aureus" come veniva chiamato a quei tempi lo Slpuga. Entrati in territorio Elvetico , mentre la carrozzabile si sviluppa con lunghi tratti a tornanti; la mulattiera che percorreremo  inizia con una decisa discesa sulle pendici dell' Altberg. Si percorre la stretta forra dell' Engi  e con una successiva discesa si entra a Splugen superando il ponte sul Reno. Splugen è un caratteristico e lindo paese che presenta pittoreschi scorci.
Il sentiero è indicato da segnavia, paline bianco/rosso o marroni con la dicitura "Via Spluga".

La via Spluga


Ultimo aggiornamento il 18 luglio 2008

   
         
Stella alpina