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Unione Operaia Escursionisti Italiani  
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16 marzo 2008
Gita da S. Miro al Tempietto di S. Fedelino
Traversata sopra il lago di Novate Mezzola da Sorico (Co) a Casenda (So)

Da Sorico a Casenda passando per San Mro e il tempietto di San Fedelino sul tracciato originale dell'antica Strada Regina (percorso su tratti di strada sterrata, strada asfaltata, sentiero e mulattiere).
Altitudine minima: 220 m; Altitudine massima: 500 m
Lunghezza percorso: 8 km c.
Difficoltà: Escursionistica
Segnaletica: non presente.
Coordinatori: Gabbiadini Patrizia - Oberto Massimo.

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Questa camminata, con un percorso di 12 chilometri, porta dal lago di Como al lago di Novate Mezzola. II sentiero ricalca, in parte, I'antico tracciato della "Via Regina", ossia di una strada maestra che rappresentava una direttrice commerciale di grande significato, tale da essere appunto definita "regina", anche se una tradizione, ha voluto attribuire alia regina Teodolinda la sua costruzione.
II percorso è anche compreso nel Sentiero del Giubileo 2000, un lungo itinerario naturalistico che si estende sul confine occidentale del Lario, la sponda lombarda del lago Maggiore, del Ticino, del Po e sino atl'Oltrepo Pavese.
La partenza è da Sorico, imboccando via S. Miro, una suggestiva scalinata con la vecchia torre di guardia medievale, che sale verso il santuario dedicato a questo santo, molto venerato in area lariana. In origine fu una chiesetta della prima epoca romanica col titolo di San Michele, ed ebbe discrete vita fino al 1452. A partire dal 1381 essa custodìi però le spoglie di S. Miro, continuamente venerate da stuoli di pellegrini, ragione più che ovvia di ingrandirla e dedicarla a questo santo. San Miro, grande pellegrino, faceva base sui monti di Canzo, dove era nato nel 1336 e dove teneva eremitaggio, ma si muoveva in lungo e in largo per la penisola con il miracoloso dono di recare la pioggia alle popolazioni afflitte da siccità. I milanesi in particolare gli rivolsero una venerazione tutta particolare tanto da chiamarlo "avvocato dei Milanesi in tempi di siccità".
La nuova chiesa, seppur costretta dall'angustia dslla siituazione montana, ebbe tre navate e col tempo si arricchi di superbe opere artistiche a fresco.
La passeggiata termina a Casenda, frazione di Samolaco, con una breve deviazione verso la piccola radura dove, addossata alia roccia, sorge il tempietto di San Fedelino recentemente restaurato. La tradizione vuole che la chiesetta sia stata eretta sul finire del IX secolo nel luogo, ove, nei secoli prima, venne sepolto il legionario cristiano Fedele. La localitd venne individuata da una pia donna per rivelazione divina; una volte dissepolte, le reliquie del martire vennero portate a Como e il punto in cui furono trovate venne consacrato con un tempietto. Di fatto, l'oratorio di San Fedelino è oggi fra le piu antiche testimonianze romaniche dell'arco alpino.
II sentiero raggiunge, poi, i ruderi della chiesa di S. Giovanni all'Archetto, chiesa medievale che era collocata nei pressi del punto al quale giungeva allora il lago di Como (m.205; siamo nel comune di Samolaco, dal latino Summo Lacu, cioè il punto piu alto del lago).

Itinerario sull'antica Strada Regina da Sorico a Casenda passando per il tempietto romanico di San Fedelino.

DESCRIZIONE DEL PERCORSO
(da www.parchi.regione.lombardia.it)
La partenza per il tempietto romanico di San Fedelino può avvenire in territorio di Sorico da più punti, a seconda di quanto il viandante sia disponibile a camminare. L'uso della parola viandante non è casuale perché l'antica Strada Regina nel Medioevo era percorsa da pellegrini che, con grande fatica, dal Passo dello Spluga raggiungevano Roma. Questo sentiero parte dal ponte sul fiume Sorico, sulla statale (è possibile parcheggiare presso la scuola materna), seguendo le indicazioni dell'itinerario della via dei Monti Lariani, alla volta del Santuario di San Miro. Si passa dall'antica torre di avvistamento, ora ristrutturata e adibita a casa di abitazione; a destra, sotto un sasso, c'è la grotta dove nel 1381 si ritirò in preghiera l'eremita Miro e ivi morì. Si prosegue la salita verso il santuario di origine romanica, ricco di affreschi rinascimentali. La chiesa è aperta solo in alcune occasioni; per non trovarla chiusa conviene chiedere al parroco in paese. Il sentiero prosegue sul retro della chiesa fino alla frazione Corzone, dove si abbandona la salita dei Monti Lariani e si prosegue in piano fino alla frazione Masina, dove si incontra la strada asfaltata che porta verso la frazione Albonico. Si segue la carreggiata fino alla frazione Prati Meriggi; dopo la cabina dell'Enel si scende a destra sull'antica Strada Regina, un percorso di nuovo sterrato, fino alla frazione Dascio. All'incontro con la strada asfaltata, la si segue sulla sinistra fino al suo termine. Questo potrebbe essere anche il punto di partenza per un itinerario più breve. In tal caso si consiglia di lasciare l'auto presso il campo sportivo di Dascio e raggiungere a piedi, anche attraverso piccole scorciatoie, il punto in cui continua l'antica Strada Regina, risistemata nel corso della Prima guerra mondiale dal Genio militare, come indicato su una roccia che si trova sul sentiero. Proseguendo si può, di tanto in tanto, vedere nelle pietre del muro di sostegno della strada a monte, delle scritte che indicano, ad esempio, via Manin, via Trieste e altro. Si supera così la cappella degli alpini, dalla quale si gode un ottimo panorama sulla Riserva Naturale del Pian di Spagna.
All'incontro con la strada asfaltata che scende da Albonico si prosegue a destra; superate le poche case si scende sempre a destra seguendo il sentiero che qui si restringe. Si giunge al ponte, probabilmente in origine medioevale e ora malamente restaurato; si sale superando l'ultimo nucleo, abitato fino agli Anni Settanta. Da qui si continua lungo il sentiero fino a un nuovo avvallamento, superabile grazie a un ponte in legno di recente realizzazione. Salendo quasi al termine della scalinata che si trova al di là, lasciando per qualche minuto il sentiero, è possibile vedere una pietra che riporta la scritta "1000 Pelio", sicuramente un'indicazione storica. Si riprende il sentiero fino a incontrare la variante che scende pianeggiante dalla frazione Albonico e si prosegue superando i resti di un'antica cava; all'inizio della salita a sinistra, su un masso, si ripete l'incisione, ora con l'indicazione "1606 Pelio". Dopo qualche minuto di sentiero, ecco comparire il selciato dell'antica Strada Regina: sembra incredibile, in mezzo al bosco appare in tutta la sua larghezza e con un lastricato in pietra ben conservato in ben tre tratti diversi. Si è giunti in questo modo all'apice della salita, appagata da una stupenda vista sul Pian di Spagna e sulla Val Chiavenna. Si inizia la discesa del Teolo, fra i castagneti, fino a incontrare un primo incrocio che, se seguito, porta in 15' al tempietto romanico di San Fedelino, transitando sull'antica cava. Se invece si decide di proseguire si ha l'occasione di incontrare un ulteriore tratto di Strada Regina, sorretto da un poderoso muraglione, in fondo al quale, a livello del fiume Mera, c'è di nuovo la possibilità di raggiungere il romanico Oratorio di San Fedelino. Proseguendo a sinistra sul sentiero ora pianeggiante, seguendo il fiume, si giunge ai resti della diroccata chiesa di San Giovanni all'Archetto; da qui il sentiero porta a Chiavenna e quindi allo Spluga.

Il tempietto di S.Fedelino
Tempietto di san Fedelino



Ultimo aggiornamento il 15 marzo 2008

   
         
Stella alpina